L’elemento acqua e le sue cerimonie
Nel corso dei miei viaggi intorno al mondo mi sono resa conto, in modo del tutto fortuito, che mettere i piedi nell’acqua, di un sito sacro o in un luogo purissimo della natura, che sia fonte, ruscello, lago, oceano o vasca rituale, consente di assorbire attraverso i piedi le memorie di quel sito. La sua storia, la sua energia, le motivazioni per cui è stato costruito: tutto l’acqua memorizza, conserva e trasferisce in noi nel momento in cui veniamo in contatto con quell’acqua, per effetto della risonanza. Le molecole dell’acqua comunicano tra loro e noi siamo composte di acqua per la nostra quasi totalità. L’acqua di cui siamo composte viene informata e risvegliata dall’acqua che scorre nei siti sacri e nei luoghi incontaminati della natura ricordandoci il nostro essere Divine figlie della Dea e portandoci il messaggio della guarigione e dell’interezza direttamente dal cuore della Madre Terra.
Ogni sito sacro o con importanza esoterica sorge vicino a un passaggio d’acqua. Le nostre antenate fin dall’alba del mondo pregavano vicino a luoghi d’acqua, specialmente sorgiva, poiché ritenevano che l’acqua fosse il punto per attraversare le dimensioni e dunque un portale. Ho visto vasche di acqua rituale in ogni sito sacro in tutto il mondo, dai nilometri egizi nella valle di Giza alle vasche del viale dei morti di Teotihuacan in Messico, dagli enormi baray di Angkor in Cambogia alle vasche della città sacra di Cham Cham in Perù, dai templi shinto in Giappone alle sorgenti dei più sacri luoghi della cultura celta e precelta, come Tara in Irlanda e Tintagel in Cornovaglia. Entrare coi piedi – o con tutto il corpo quando è possibile – in queste acque è fondamentale per mettere in moto il risveglio di memorie che poco alla volta ci porta a vivere la dimensione sacra in ogni nostra azione.
Cantare mentre si sta con i piedi nelle acque pure di ruscelli di montagna, o suonare strumenti etnici, come tamburi, campane tibetane, maracas è una buona e semplice cerimonia sciamanica. Da sole o con le vostre sorelle spirituali andate nei boschi, camminate entrando in contatto con la Dea attraverso il suo corpo che è la natura, e quando trovate dei punti d’acqua immergete i piedi. Cominciate a emettere dei suoni dolci e delicati, concentrandovi sulla potente connessione che provate in quel momento e offrite, attraverso la voce, la vostra gratitudine e il vostro amore alla Madre. In questo modo è possibile oltre a prendere informazioni dall’acqua anche metterne. Informazioni riguardo al nostro riconoscere la Dea come datrice di vita e al nostro onorarla in ogni sua manifestazione, aiutando così a guarire i molti abusi e violenze che la Madre ha subito negli ultimi 5000 anni.
A volte abbiamo la fortuna di incontrare sul nostro cammino delle sorgenti di acqua calda libera nella natura, come quelle di Bagni San Filippo sul monte Amiata in Toscana, o i molti fiumi caldi che scorrono in Islanda. A Rennes les Bains, nel sudovest della Francia, esiste ancora la vecchia uscita di acqua calda dell’epoca romana. L’acqua si getta poi nel fiume sottostante e lì la commistione di acqua calda e fredda crea un punto di fortissima energia, poiché l’acqua calda e quella fredda trasportano informazioni molto diverse. L’acqua calda sorgiva è il nostro contatto con le memorie del fuoco e dei vulcani. Quando troviamo uno di quei punti la cosa migliore è spogliarsi e immergersi totalmente lasciando che le antichissime memorie del cuore della terra, dei metalli, delle pietre, entrino in noi, attraverso l’effetto della risonanza con l’acqua del nostro corpo, risvegliando il nostro senso di appartenenza cosmica.
Le abluzioni nell’acqua prima di accostarsi alla preghiera o a qualsiasi momento cerimoniale fanno parte di tutte le tradizioni, religiose o pagane, in ogni angolo del mondo. Entrare nell’acqua ci prepara al contatto col divino e ci mette in sintonia con gli Spiriti del luogo. Abbiamo una memoria cellulare di questa tradizione e la riproduciamo ogni volta che ci laviamo la faccia al mattino. Divenire consapevoli che lavarsi è un atto sacro, aprirsi alle informazioni che l’acqua ci passa, è un modo per rendere sacra una routine della nostra vita ordinaria. Non solamente prendiamo l’abitudine di entrare coi piedi nell’acqua, se pura, in ogni luogo della natura e in ogni stagione dell’anno (se lo si fa con intento sacro la vibrazione si alza e gli anticorpi impediscono il raffreddore), ma impariamo a rendere sacra e consapevole anche la doccia o il bagno in casa.
L’acqua vibrazionale, ossia a 7 frequenze, è presente liberamente in natura in luoghi particolari. Alcuni di questi con il tempo e la frequentazione si sono trasformati in santuari dove all’energia tellurica si è sommata quella devozionale dei pellegrini. L’acqua scorrendo memorizza quell’energia e la conserva per comunicarla ad altre molecole d’acqua con cui viene in contatto. Poiché il nostro corpo è in gran percentuale composto d’acqua con molecole identiche a quelle dell’acqua libera in natura, le due molecole incontrandosi si riconoscono e cominciano a vibrare insieme. Questo è l’effetto risonanza. In questo modo l’acqua a 7 frequenze trasferisce il messaggio della guarigione e del risveglio al nostro corpo. In alcuni luoghi, poi, l’acqua è così forte che da secoli viene bevuta a scopo medicinale. In quel caso i 3 sorsi sacri sono raccomandati.
Ho preso l’abitudine di “aspettarmi” acqua vibrazionale in ogni sito sacro sulla Terra e in effetti, anche se a volte non è segnalata o immediatamente visibile, facendo una piccola ricerca la si può scoprire in qualche pozzo o antico rubinetto. Viaggio sempre con qualche bottiglina vuota di quelle con il contagocce. Raccolgo tutte le acque significative che incontro e al mio ritorno a casa metto un’etichetta sulla bottiglia per utilizzarla in seguito. Tuttavia, tranne dove sono totalmente sicura della sua potabilità, generalmente evito di berla o farla bere. Ma la sua forza non cambia utilizzandola per microinformazione (ossia trasferendo le informazioni attraverso la pelle) tramite le 3 gocce cerimoniali che vengono poste sul palmo della mano sinistra a triangolo e poi spalmate sul corpo cominciando dalla testa. Questa è una cerimonia semplicissima ma potente da usare ogni volta che serve una purificazione o un rinforzo energetico.
Il potere dell’acqua è qualcosa da conoscere e sperimentare nell’attitudine sciamanica di vita. L’acqua può essere sia raccolta nei siti sacri o in luoghi puri della natura, sia caricata con l’intento espresso ad alta voce o con il proprio canto. Bisogna usare acqua del rubinetto (non quella minerale) in una ciotola di vetro. Parlando nella ciotola ed esprimendo chiaramente la propria richiesta o preghiera, le frequenze della nostra voce informeranno l’acqua nella ciotola e la caricheranno della nostra richiesta. L’acqua così caricata può essere usata per aspergersi, purificare il nostro luogo di meditazione o il letto prima di dormire, o addirittura allungandone 3 gocce nell’acqua che si beve a tavola, nel bagno, nel pediluvio, per le piante. Gli utilizzi dell’acqua caricata sono infiniti. L’importante è utilizzarla in poco tempo, rifarla spesso utilizzando acqua nuova e conservarla in frigorifero per evitare la formazione di microrganismi.
Per poter utilizzare al meglio le acque prese nei siti sacri (non importa a quale via spirituale appartengano) bisogna scoprire la loro “nota di base” ossia la caratteristica portante che esse possono risvegliare in noi. Per esempio ho raccolto acqua da un pozzo sotto la collina di Tara, che era il luogo dove venivano incoronati i grandi re nella tradizione celtica. Quell’acqua risveglia LA SOVRANITA’, il senso del proprio valore e onore. Anni fa raccolsi un po’ di neve sull’Etna e, una volta sciolta, la travasai in una bottiglietta. Quell’acqua è FUOCO DI VULCANO ossia risveglia in noi il calore, la forza, l’energia del cuore della terra. In Chile ho raccolto acqua in un laghetto dell’Araucania dove i nativi Mapuche si bagnavano prima delle cerimonie. Poiché i Mapuche sono riusciti a conservare la loro identità etnica, nonostante gli inka, gli spagnoli, gli olandesi, gli americani e gli squadroni di Pinochet abbiano provato a sottometterli, quest’acqua è INDOMITA FIEREZZA e risveglia la capacità di combattere per ciò in cui si crede. L’acqua presa al Finisterre di Galizia, l’ultimo tramonto d’Europa, è MORTE/RINASCITA. Ogni luogo di acque porta in sé una caratteristica: scoprite cosa si faceva in quel luogo e avrete la “medicina” dell’acqua.
La frequenza delle acque vibrazionali può essere misurata con un pendolo tramite la scala Bovis (scaricabile da internet). Per una felice intuizione un giorno provai a misurare dell’acqua caricata sia con il mio canto sia con frasi e intenti positivi: aveva un’energia fortissima, il livello di Bovis (l’unità di misura della frequenza dell’acqua) era più alto dell’acqua di Lourdes. Così cominciai a sperimentare e a condividere con le mie sorelle spirituali in Italia Svizzera e Spagna i miei esperimenti. Scoprimmo che tutte eravamo in grado di caricare l’acqua e che le informazioni, le richieste, le preghiere che recitavamo parlando all’acqua del rubinetto nella ciotola, venivano memorizzate e l’acqua alzava la sua vibrazione. Cominciammo così a preparare acque specifiche per ogni nostra necessità: dal mal di stomaco ai pidocchi sulle foglie delle rose. Basta inserire nell’acqua la frase in modalità positiva: per esempio “il mio stomaco sta bene e digerisce perfettamente ciò che io mangio”, “le mie rose sono sane e protette da tutto”.
Il mare, l’oceano, questa immensa massa d’acqua, è per sua natura portatrice di uno stato dell’anima meditativo e introspettivo. Stare sedute sulla spiaggia a guardare e ascoltare l’acqua è già di per sé un viaggio sciamanico. Ho osservato l’acqua di tutti gli oceani del mondo e di quasi tutti i mari e bagnandomi in essa ho ricevuto attivazioni cellulari. Molti eremiti cercavano luoghi sperduti vicino all’acqua, dove creare i loro romitaggi con fratelli e sorelle spirituali. Quello nella selvaggia isola Skellig Michael, al largo della costa sudoccidentale dell’Irlanda, vale come esempio: oggi in rovina ma pur sempre fortissimo. Il movimento di andata e ritorno dell’acqua è una continua costante meditazione sulla ciclicità della vita nelle sue manifestazioni al di qua e al di là dello specchio. Trovate un sito con acqua vicino alla vostra casa e lì andate a meditare: il contatto con l’acqua, come con il fuoco, aiuta a connettersi alla Dea.
La ricerca dell’ultimo punto all’estremo ovest dove si poteva vedere il sole calante, è stata un obiettivo dell’umanità fin dai primordi. I nostri antenati camminavano per migliaia di chilometri da est a ovest attraverso l’Antica Europa per arrivare al Finisterre di Galizia, estrema propaggine della Spagna settentrionale. Dopo c’era solo l’oceano. La visione del tramonto in quel sito risveglia la consapevolezza che contemporaneamente esso sta sorgendo nell’altro emisfero e che la “morte” da una parte dello specchio corrisponde alla “nascita” dall’altra parte. Il senso di continuità e di perfezione ciclica di cui si diviene consapevoli meditando al tramonto al Finisterre riequilibra la più grande paura dei nostri tempi: quella della morte. Poiché è proprio qui che si comprende all’improvviso che la morte non esiste. Meditate al tramonto, nel giardino di casa vostra davanti a una ciotola d’acqua, poiché l’ovest nella ruota di medicina è la direzione dell’acqua.
Le offerte all’acqua sono tra le cerimonie che ho risvegliato dalle mie memorie cellulari. L’acqua è l’elemento con il quale mi sento maggiormente in risonanza e dove opero quasi tutte le mie cerimonie. All’acqua si possono offrire canti e suoni, poiché l’acqua come sapete viene informata dalle vibrazioni emesse. E si possono anche offrire piccole quantità di sostanze biodegradabili – riso sale grano zucchero erbe e fiori – che l’acqua porterà con sé insieme al nostro intento di preghiera e ringraziamento. E’ fondamentale che le offerte siano piccole e biodegradabili, per non lasciare tracce o insozzare la natura. Quindi devono essere gettate nell’acqua sciolte: assolutamente niente contenitori. Le offerte all’acqua, come le abluzioni dei piedi o del corpo, alle quali spesso si abbinano, sono ideali in primavera e in autunno, per festeggiare gli equinozi, l’equilibrio, le stagioni intermedie con la loro dolcezza. Mentre le cerimonie di fuoco sono più adatte per onorare le stagioni forti, estate e inverno, ovviamente ai solstizi.
Ho parlato molto dell’importanza di mettere i piedi in acqua tanto nei siti sacri quanto in pozze, ruscelli, fiumi, laghi o mari incontaminati. Meditare e pregare nell’acqua è una azione di una forza impressionante. Se finora l’approccio all’acqua è stato sempre attivo, per chiedere o offrire o cantare o ricevere informazioni, ora ve ne spiego uno passivo: stare coi piedi nell’acqua può anche essere vissuto semplicemente come un “non fare”. State ferme, immobili, ascoltando la carezza dell’acqua sulla pelle e rilassando i muscoli per non opporre resistenza al freddo. E’ un grande esercizio di volontà ma è anche un momento di quiete e purificazione totale, passiva, ricettiva. Prima di “andare al tempio” passate dal fiume, entrate coi piedi nell’acqua e lasciate andare i pensieri e le pesantezze della giornata. E’ un sistema che uso moltissimo anche quando sono stanca, sovraccarica o tesa. L’acqua fredda del fiume Margorabbia mi accoglie sempre con dolcezza. State ferme nell’acqua. In silenzio, con gli occhi chiusi. In ascolto. Se il fiume o il ruscello offre un angolo appartato dove possiate stare sole o con le vostre sorelle, approfittate per fare un bagno floral. Si tratta di una cerimonia di purificazione andina. Si mettono a bollire in un pentolone d’acqua fiori ed erbe aromatiche di stagione e alcune spezie. Quando sarete coi piedi nel fiume aggiungerete un po’ della sua acqua a quella bollente nel pentolone. Poi vi denuderete e immergerete i piedi nel fiume (o lago o torrente). A turno e reciprocamente (di solito si fa in due donne ma si può anche in gruppo) vi verserete addosso l’acqua floral con un mestolo, purificando tutto il corpo a partire dalla testa. Nel bagno floral di primavera si può bollire: rosmarino, ruta, salvia, mimosa, chiodi di garofano, cannella, buccia d’arancia. Quando tutte vi sarete purificate, ringraziate la terra e l’acqua con una piccola offerta.
A volte l’universo offre dei doni insperati. Ero in viaggio in Catalunya cercando informazioni sul catarismo e sulla misteriosa torre Magdala di Girona – gemella di quella francese di Rennes le Chateau – oggi rasa al suolo per motivi incomprensibili. Giunta a Girona sono entrata casualmente nell’antico quartiere ebraico. Lì mi è capitato sottomano un volantino che parlava del miqvé di Besalù, ossia l’antica vasca rituale dove gli ebrei compivano le loro abluzioni. Era a poco più di mezz’ora di autobus. Ovviamente ci andai. Non potei quella volta entrarvi coi piedi. Il luogo storico, sotto la protezione della municipalità, era accessibile solo in gruppo e con una guida. Potei solamente chiedere alla guida di consentirmi un momento di sosta e meditazione da sola sul gradino più vicino all’acqua. I 9 gradini, che scendevano ad una vasca alimentata dal fiume in un portico chiuso, erano una straordinaria conferma di quanto l’acqua sia il comune denominatore di ogni ritualità. Quella volta il contatto con l’acqua avvenne in modo non fisico: l’allenamento mi permise di “sentirla” ugualmente.
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Estratto da “Manuale della sciamana moderna”, di Devana (Età dell’acquario 2015)
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