La via del centro è il cammino sacro dei tarocchi, la via rossa dei popoli nativi, la rubedo che si snoda tra il bianco e il nero alchemici all’interno dell’albero della vita. Ma si può anche percorrere una via del centro – quasi come rituale psicomagico – attraversando per il lungo da nord a sud, in modo cosciente e consapevole, la penisola italica: non la costa tirrenica che sarebbe la via nera, non l’adriatica che sarebbe la via bianca, bensì la dorsale appenninica: la via rossa che scende lungo l’Appennino, l’antica via della transumanza che percorre le valli lungo strade che passano tra le montagne e i borghi medievali e che dischiudono scrigni di tesori (come l’oratorio del s. Pellegrino di Bominaco – AQ) a chi mai avrebbe pensato che “la via del centro” peninsulare potesse essere così meravigliosa. Poiché ogni mio viaggio, lontano o vicino, è sempre stato un cammino iniziatico, questa è la storia del mio viaggio lungo la via del centro della matria italica: la dorsale appenninica
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