Che legame c’è tra la Dea nel suo aspetto di Anziana, guardiana della Porta dell’Ovest, la buccia della frutta marcia e i batteri? E tra le cellule e i nuraghi, le meravigliose torri megalitiche che esistono solo in Sardegna? In un susseguirsi a catena di rivelazioni, in collaborazione e perfetto lavoro in modalità “fattore risonanza” tra me e la dott. Marinella Maxia, medica e ricercatrice, una serie di incredibili informazioni sulla fondatezza “scientifica” della Dea nel suo aspetto di guardiana della rigenerazione, che proviene da uno studio della dott. Maxia sui batteri. E a seguire, senza soluzione di continuità, il ruolo del covid19 nel profetizzato passaggio del nostro corpo da base carbonio a base silicio e la relazione con le forme dei nuraghi, le strutture megalitiche sarde, cuore sacro del Mediterraneo. Una chiave di lettura in più per comprendere cosa ci sta succedendo e per aiutarci nel salto evolutivo.
Nel
2016 – scrive la dott. Marinella Maxia –
mi immersi profondamente nella lettura di testi della tradizione orientale;
giunta alla trattazione del chakra radice, istintivamente lo associai a un
corpuscolo presente nel nostro corpo, detto del Lushcka dal nome del suo
scopritore, corpuscolo che non veniva abitualmente studiato né in anatomia né
in fisiologia. Cominciai a cercare altro materiale ma senza successo a parte
qualche accenno a “un glomo – ovvero un corpuscolo – di tipo carotideo”.
Insomma un organo sconosciuto che molti chirurghi addirittura asportano scambiandolo
per una ciste. Contemporaneamente leggevo libri di geometria sacra che mi
portarono a una sorta di risveglio di memorie. Ripresi in mano i libri di
fisiologia e realizzai che il corpo femminile, poiché da alla luce, deve avere
sicuramente una valenza diversa da quella maschile. a livello di struttura
matematica.
Per secoli
la donna è stata considerata la parte imperfetta dell’uomo, così come i suoi
organi sessuali erano descritti come il rovescio di quelli maschili: un corpo quello
della donna che, ci viene insegnato, non assurge mai alla dignità dovuta,
invece, a quello maschile. Questa incredibile discriminazione ha cancellato l’
importanza del corpo femminile che invece partorisce la vita.
Il
corpuscolo di Lushcka, la cui importanza è equiparabile a quella dell’epifisi,
non viene come ho detto menzionato nei libri di anatomia e fisiologia. E’ stato
scoperto a metà dell’ ottocento, ma nessuno ne parla… Ci hanno insegnato che
esiste un sistema ghiandolare, le cui secrezioni ormonali regolano praticamente
ogni attività del corpo e di questo ci hanno parlato abbondantemente; sappiamo
che le ghiandole sono organizzate in maniera piramidale con un direttore
d’orchestra all’apice che impartisce le direttive. La ghiandola
principale di questo sistema è l’epifisi, e poi a seguire ci sono tutte le
altre. L’epifisi o ghiandola pineale, si trova all’inizio della catena del sistema
parasimpatico e dalla parte opposta, a chiusura della catena, c’è questo
corpuscolo detto di Lushcka! Il grande dimenticato che, a dispetto della sua
importanza, non è neppure menzionato! Dal momento che chiude la catena, secondo
me, ha un’importanza equiparabile a quella dell’epifisi , appunto. Questo
corpuscolo è un chemocettore, ossia un recettore che registra i
cambiamenti della composizione chimica dell’ambiente e ne informa il sistema
nervoso centrale, che in base a questo mette in atto meccanismi per riportare
l’organismo all’equilibrio fisiologico, aumentando la frequenza respiratoria e
cardiaca, per esempio.
Io
penso che il corpo di Lushcka sia un direttore d’orchestra per gli altri glomi,
proprio come l’epifisi lo è per le ghiandole. Se l’epifisi è regolata dalla luce; il corpo
di Lushcka può essere regolato dal magnetismo?
Il
sistema parasimpatico,
ovvero quella parte del sistema
nervoso responsabile di tutte le azioni corporee involontarie nei momenti di
relax come per esempio la digestione, è delimitato in alto dall’epifisi e
in basso dal Lushcka; mi chiesi naturalmente come mai questo corpuscolo non sia
nemmeno menzionato nei testi, visto che la sua scoperta risale alla metà del
1800. Poi mi fu chiaro che in una scienza di dominio maschile quest’organo più
spiccatamente collegato con la femminilità non viene preso in considerazione. La
triade clitoride vagina e corpuscolo di Lushcka costituisce la cosiddetta zona
o punto G. Si è visto che la potenza dell’orgasmo nella donna è più forte che
nell’uomo: la donna è dotata di organi deputati esclusivamente a dare piacere. Le
diramazioni dei nervi che nella donna provocano l’orgasmo sono differenti in
ognuna, come le radici degli alberi; viceversa nell’uomo sono tutte uguali.
Questo sistema di innervazioni crea poi nell’osso sacro femminile un ambiente
idoneo ad accogliere la nascita di una nuova vita; tutto ciò è connesso al
corpo di Lushcka.
Compresi
allora che potevano bastare solo questi motivi per rendere il corpo di Lushcka
una presenza tutt’oggi sgradita. Anche Freud aveva notato l’importanza di ciò e
parlò di “sentimento oceanico” riferendosi all’erotismo femminile, ma poi
chissà perché, abbandonò tutto e non ne parlò più: forse queste informazioni
contrastavano con il suo famoso teorema “dell’invidia del pene”?
La
vagina è intesa come porta di ingresso alla conoscenza e al subconscio
femminile. Stazione di una fitta rete neurale, strettamente collegata al
cervello e alla coscienza stessa, essa non è soltanto l’estensione del cervello
della donna ma anche parte dell’anima della stessa. Indica connessione tra
sessualità e coscienza, creatività, autostima e senso di trascendenza. Per
raggiungere questi livelli l’orgasmo è il mezzo più rapido.
La
tipologia dell’orgasmo dipende dalla anatomia del nervo pelvico e dalle sue
diramazioni in ciascuna donna. La sensazione di espansione totale si ha quando
questo circuito viene attivato completamente. In questo modo la donna può
accedere alle potenzialità neuro-plastiche del cervello, ovvero la capacità del cervello di modificarsi in risposta alle esperienze del
soggetto.
Il sistema genitale femminile può mediare esperienze estatiche trascendenti. Il
rilascio di dopammina, ossitocina, endorfine durante l’orgasmo produce la
sensazione di espansione e completezza che è quasi estasi. In conclusione si è
visto che quando c’è un orgasmo completo nella donna, si attivano nel cervello le
stesse aree della meditazione.
Ritengo che l’energia kundalini
risvegliata, risalendo attraverso la colonna vertebrale fino alla ghiandola
pineale, attiverà l’illuminazione quando un fascio di luce retrogrado tornando
indietro, illuminerà anche il corpuscolo di Luschka, formando un toroide.
Quindi come il nocciolo in potenza contiene la pianta, così il corpuscolo di
Luschka germogliando da luogo all’albero della vita. Secondo la tradizione il corpuscolo
di Luschka conterrebbe il germe della ricostruzione del corpo, dopo la
resurrezione o rinascita, costituendo il nocciolo dell’immortalità.
Il
corpuscolo di Luschka misura pochi millimetri, ha forma tondeggiante. È molto
vascolarizzato e innervato e si trova sulla faccia anteriore della seconda
vertebra coccigea, in una posizione come abbiamo detto opposta all’epifisi a
chiudere la catena del sistema parasimpatico.
L’ignoranza
di questo corpo ha portato i chirurghi ad eliminarlo volutamente considerandolo
una cisti ed i malcapitati perdevano la consapevolezza sessuale del loro essere
ed in qualche modo anche quella spirituale. Se ci spostiamo in Asia le antiche
discipline conoscevano bene questo organo; è la sede della Kundalini e il punto
dove risiede il primo chakra. Essendo opposto all’epifisi era considerato
essenziale nell’ascesa della Kundalini. Ora mi chiedo perché nel mondo
occidentale sia letteralmente scomparso. Mi viene in mente che in occidente la
sessualità è considerata spesso un atto impuro, vicino alla pornografia. Mai
assurge alla dignità che gli è propria.
Il
Luschka essendo un chemocettore è sensibile all’eccesso di chimica. E di questi
tempi, in cui la chimica fa parte del nostro quotidiano, dato che immettiamo continuamente
chimica nel corpo attraverso i farmaci, il cibo e l’aria, il corpuscolo di
Luschka credo ne risenta parecchio al punto da venire in un certo senso annichilito
chimicamente. Una cosa analoga è già avvenuta per l’epifisi.
Essendo
il corpo del Luschka determinante per ciò che concerne il riconoscimento sessuale,
nella nostra epoca si assiste ad una mancanza di consapevolezza sessuale e nei
ragazzi e ragazze a una confusione di genere. Il corpo del Luschka presiede e
determina la tempesta ormonale. Secerne un ormone che definisce la maturità
sessuale, l’uscita dal mondo dell’infanzia e l’ingresso in quello dell’adulto.
Si
pensa che corrisponda ad una coscienza psicofisica sessuale e spirituale. In
termini di sapienza orientale l’epifisi corrisponde al settimo chackra e il
Luschka al primo. La pineale corrisponde all’estasi spirituale, all’espansione
della coscienza. Se la relazione tra queste due ghiandole tornasse ad essere
consapevole, vi sarebbe la possibilità di restituire alla sessualità la sua
valenza spirituale.
Durante
l’orgasmo si ha il rilascio dei seguenti ormoni: prolattina, ossitocina e
dopammina. L’ossitocina, che nella donna è presente per il 30% in più che nel
maschio, è responsabile degli atteggiamenti materni. La dopammina che nell’orgasmo
femminile è molto presente, può fortemente influenzare l’azione mnemonica e
l’apprendimento. Grazie a questa occasione si possono moltiplicare le
attivazioni dei circuiti che conservano i ricordi, potenziando di gran lunga
quello che normalmente succede al di fuori dell’orgasmo. Inoltre la memoria è
supportata da un notevole apprendimento e questo momento, non ancora del tutto
indagato, fa supporre che esistano infinite potenzialità in seguito al rilascio
di questi ormoni durante l’orgasmo. Il rilascio costante di questi ormoni crea
e mantiene salde le “vie sinaptiche dell’amore” e della conoscenza.
È
probabile che da interazioni esistenti tra area pineale e coccigea, vale a dire
tra estremità superiore ed inferiore del sistema simpatico, derivi la
regolazione stessa dell’intero sistema nervoso. Ma invece di approfondire lo
studio è stata omessa la parte terminale del sistema simpatico – il corpuscolo
del Lushka appunto – ricavandone un quadro incompleto e artificioso.
Il
passaggio dell’onda di depolarizzazione, ovvero l’onda che unisce le polarità
opposte in un unico movimento al centro dell’oscillazione duale, lungo il
canale midollare parte dal corpuscolo di Luschka e sale alla corona. In
conclusione mi son resa conto che alla base della negazione di alcuni organi e
della superficialità della descrizione di altri c’è nient’altro che l’intenzione
di privare il corpo femminile della sua innata sacralità e della tendenza
naturale verso ciò che è vita, piacere e condivisione.
Come
esempio di ciò che potrebbe accadere sollecitando e attivando la ghiandola di
Luschka prendo la narrazione di Devana che nel suo libro “Il ponte tra i mondi”
descrive il suo incontro sacro con un sacerdote andino. Scrive dunque Devana:
<Mi
sentii trasportata in un’altra epoca, quando le donne, le sacerdotesse,
utilizzavano la sessualità per ottenere conoscenza e condividerla coi loro
partner. Quando l’unione sessuale era una forma di preghiera. Io sapevo… perché
io ero stata là, perché ero stata anch’io una di loro. Percepii la presenza di
Myriam Magdal e mi sentii potente, forte e consapevole. Lui era ormai pronto
per il rito così mi sedetti sopra di lui e cominciammo a muoverci.
Le visioni si susseguivano senza sosta nella mia
mente: intuivo che il suo corpo steso rappresentava lo spazio, l’orizzontalità,
la terra, il basso, mentre il mio corpo, seduto sopra di lui, rappresentava il
tempo, la verticalità, il cielo, l’alto, come in un incrocio di assi
cartesiani. Nel punto esatto dell’unione si creò il punto 0, l’origine degli
assi cartesiani e delle quattro direzioni, il punto 0 dove si fermavano spazio
e tempo.
Cominciai a sentire il fluido energetico di lui
salire. Le cerimonie di sessualità sacra non terminano con un picco o una emissione
di sostanza bensì producono un graduale e sempre più intenso passaggio di
energia che però non sfocia in un massimo fisico per poi calare, ma si
trasforma in una visione. La consacrazione dei corpi all’immortalità passava
dal punto 0 e, grazie alla ritmica contrazione, che si sviluppava a onde, come
il movimento di un serpente, inviava le due energie femminina e mascolina congiunte
verso l’alto.
Lui divenne Hadit, il punto, l’origine.
Io fui Nut, l’universo, l’espansione dal punto
all’infinito.
In quel momento si aprì la porta per le stelle e il cosmo stellato mi avvolse in un blu indaco intenso che mi assorbì verso le stelle, verso casa. Persi la coscienza del corpo e mi sentii polvere di stelle color cristallo, infinita nell’indaco del cosmo. Una gioia immensa e indescrivibile mi riempì. Non avevo più limiti: non ero più una persona. Ero pura energia espansa. Ora ero una Mujer Sagrada>.
*******************
Testo e disegni CC Marinella Maxia 2020; nella prima
tavola del video, il cervello è stato disegnato in proiezione posteriore per
permettere la visione dell’epifisi che altrimenti sarebbe stata nascosta
Dipinto di Samantha Zuccato “La Dea del
Risveglio” acrilico su tela 50×70
Il testo di Devana di cui viene data lettura è tratto dal suo libro “Il ponte tra i mondi”, Melchisedek ed. 2010 scaricabile gratuitamente dal questo sito devanavision.it alla sezione opere. Ascolta l’audiolettura a questo link https://www.youtube.com/watch?v=0cI4jm6haxA
Marinella Maxia si è laureata in medicina e chirurgia a La Sapienza di Roma e ha frequentato un biennio di specializzazione in Malattie Infettive all’ospedale Spallanzani sempre di Roma. Si è poi specializzata in omotossicologia e omeopatia e ha frequentato diversi corsi di medicina olistica. È ricercatrice microbiologica indipendente.
Chissà perché io non ho nemmeno per un istante temuto il Covid19. Per me fin dall’inizio è stato abbastanza chiaro che è la paura che fa danni, non il “virus”. Mi è tornato in mente di recente un vecchio film di Ramtha in cui si parlava di come l’adrenalina dia dipendenza e mi sono chiesta se non stia succedendo proprio questo. Molta gente “ha bisogno” di paura perché è adrenalina-dipendente. Ho chiesto alla sorella, medica ricercatrice e donna di potere, Marinella Maxia un approfondimento sul tema “dipendenza da paura”. Di seguito pubblico l’articolo che lei ha scritto in risposta. Sono onorata di dare a questa grande Donna visibilità sul mio sito
Adrenalina e assuefazione alla paura
Di Dott. Marinella Maxia
La paura è tra le emozioni più antiche perché
legata alla nostra sopravvivenza ed ha un’importanza gerarchica fondamentale
nei confronti delle altre emozioni. Infatti ha la precedenza su tutte. Quando
ci lasciamo prendere dalla paura siamo sopraffatti. Di fronte ad una minaccia,
l’organismo mette in atto una serie di reazioni e si prepara alla difesa o alla
fuga e questa si chiama “sensibilizzazione”. Se però lo stimolo stressogeno si
presenta costantemente, la soglia di tollerabilità si eleva e ci porta verso
l’assuefazione. Noi ci troviamo a produrre, nella nostra vita, tantissima adrenalina. L’adrenalina
è un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali che si trovano sopra i reni. In
situazioni di pericolo l’ipotalamo dal cervello manda segnali al surrene per
produrre adrenalina. Quando questo ormone è attivo noi per così dire “ci
potenziamo”: il cuore batte più forte, più sangue giunge ai tessuti e noi
sentiamo più energia. Inoltre siamo concentrati sul problema da risolvere, la
vista si potenzia mentre l’udito si riduce, questo per estraniarci dall’esterno
e rimanere concentrati sul problema da risolvere.
Adrenalina e cortisolo (un altro ormone dello stress) prodotti in eccesso
sono un cocktail devastante: portano a stress cronico ed infine ad esaurimento.
Le persone allora iniziano ad ammalarsi e accusano sintomi come l’insonnia,
paura e angoscia, aumentano di peso e si sentono sempre più stanche. Nella nostra
società capovolta ci sono addirittura persone che il pericolo lo
cercano e ne provano piacere (per esempio chi pratica sport estremi). Chi capisce
questo comprende anche che all’adrenalina ci si può assuefare e quindi diventarne
dipendenti ovvero drogati. Vi dice nulla la parola dipendenti? Vuol dire
schiavi, completamente in balia di chi è in grado di suscitare ad hoc la paura
per tenerci sotto controllo. Abbiamo visto che quando entra in gioco la paura
tutto si paralizza e l’adrenalina sarà poi l’ormone che la fa da padrone.
Sapete come fa il sistema a renderci innocui,
schiavi? Ci fa produrre adrenalina propinandoci ogni giorno sempre più paura con
ogni mezzo possibile: attraverso i notiziari, i giornali, il cinema, ogni cosa
insomma. Ci danno la dose quotidiana di droga finché siamo noi stessi a
chiederne: abbiamo bisogno di sempre più adrenalina perché ne siamo drogati,
dipendenti dall’ormone della paura. E il sistema ce lo da affinché ce ne stiamo
tranquilli ed inermi. E non è tutto! Come tutte le droghe esiste anche in
questo caso l’overdose. Certo! Perché di paura si muore! Vi suona familiare
questo? Ora vi parlo di un esperimento dove ad alcuni gatti veniva fatta
ascoltare musica classica, ad altri le urla strazianti dei propri
simili che venivano uccisi. I primi vivevano floridi ed in salute, gli altri si
ammalavano e morivano letteralmente di paura.
Questo ci porta direttamente alla situazione
che stiamo vivendo: se un anziano è già debilitato per le patologie accende il
notiziario e sente che c’è un virus che colpisce prevalentemente la sua
categoria, poi per caso gli fanno un tampone e gli dicono che è positivo. Come
la prenderà secondo voi? Non importa poi che i tamponi diano l’80% di
falsi positivi, perché questo non lo dicono. Hanno fatto invece sapere al mondo
intero che c’è un virus letale, una pandemia che non lascia scampo specialmente
agli anziani ed in questo modo stanno portando avanti le peggiori coercizioni
che si siano mai viste, nemmeno ai tempi delle pregresse pandemie. Sono
riusciti a costringerci a casa per evitare il contagio! Tappati dentro senza
neppure uscire per una passeggiata! Più che un decreto salva vita, sembra un’ulteriore
alzata di asticella per vedere fino a che punto riusciamo a sopportare! Infatti
le statistiche dicono che in Italia stanno morendo più persone che nel
resto del mondo! Vi dice niente questo? Che sia la paura? È la paura infatti,
aizzata dai media con l’aiuto dei social, che sta mietendo più vittime. Ma per
fortuna tutti noi siamo dotati di un piano B, ovvero abbiamo un equipaggiamento
che ci salva da tutto questo. Per prima cosa dobbiamo capire il meccanismo che
c’è dietro le quinte e poi attivare la via di salvezza.
Esiste un modo per non dar spazio
all’adrenalina che è quello di secernere al suo posto ormoni diversi, come
l’ANP (polipeptide natriuretico atriale). Questo è l’ormone che produciamo
quando siamo in armonia, cioè fiduciosi, aperti verso gli altri, altruisti,
contenti e gioiosi. Per corredo di nascita noi abbiamo altri ormoni, che possiamo attivare
quando vogliamo; non è troppo difficile, ecco cosa bisogna fare: occorre
fermarsi, stare nel momento presente, scollegare per quanto possibile la mente e
in questo modo entra in azione il nostro sistema parasimpatico che tutto calma
e riporta alla normalità. In questo caso l’ormone dominante è la acetilcolina.
Fatto questo possiamo andare oltre, cioè connetterci col nostro cervello
quantico (lobo frontale), mantenere un’immagine il più possibile bella per noi
e in questo semplice modo attiviamo, tramite l’ipotalamo, la secrezione di
altri ormoni quali la serotonina che ci fa stare bene e attiva anche la
rigenerazione dell’osso e delle cellule del fegato, l’ossitocina che promuove
un senso di fiducia , ci rende meno diffidenti nei confronti degli altri e favorisce
i legami interpersonali. Metodi molto validi per aumentare i neurotrasmettitori
del benessere, della salute e della longevità sono: la meditazione, il canto,
la musica, la danza. Dobbiamo sapere che noi siamo sempre protetti e
questa deve diventare una certezza. Siamo dotati di libera scelta perciò sta a
noi optare per la paura o per l’amore. Questa è una prova.
(Testo CC Devana e Marinella Maxia 2020)
Marinella Maxia si è laureata in medicina e
chirurgia a La Sapienza di Roma e ha frequentato un biennio di specializzazione
in Malattie Infettive all’ospedale Spallanzani sempre di Roma. Si è poi specializzata
in omotossicologia e omeopatia e ha frequentato diversi corsi di medicina
olistica. È ricercatrice microbiologica indipendente.
Escrito por Devana filhia de Liliana y la doctora Marinella Maxia
¿Existe un vínculo entre la Diosa en su apariencia de Anciana, la Diosa Buitre Guardiana de la Puerta del Oeste, y la cáscara de la fruta podrida y las bacterias que genera? Puede que ahora la Diosa Buitre de la que habla Devana no sea solamente algo espiritual, simbolico, sino tambien, por fin, algo cientifico, como lo demuestra el extraordinario descubrimiento de la doctora italiana Marinella Maxia.
Las culturas ancestrales – escribe Devana – veneraban las cuevas como manifestaciones terrestres del Sagrado Útero de la Diosa y se iban allí para rezar y contactar a las antepasadas y a los antepasados en el lugar donde habían puesto sus huesos, como semillas en un huerto, esperando ser regeneradas-os por el Sagrado Vientre de la Gran Madre en su aspecto más importante: la Anciana guardiana de los rituales de regeneración e inmortalidad. Negado, ocultado, corrompido por todas las religiones patriarcales, que reconocen solo los dos aspectos de Virgen y Madre funcionales a la modalidad androcéntrica, o tránsmiso de acuerdo con la visión distorsionada de “diosa de la guerra”, la Diosa Buitre en realidad encarna la función más importante y desconocida de la Sagrada Feminidad: la Vida que se regenera.
Honrar a la Diosa en este aspecto oscuro y poderoso, dar voz a la tercera fase del ciclo femenino que es inherente a la totalidad de cada mujer, es decir, la REGENERACIÓN de la cual la Diosa Anciana es la guardiana y garante, es fundamental para despertar la memoria celular de la Sagrada Feminidad en su totalidad. Esta tercera fase es ignorada y rechazada por la cultura patriarcal, que ha reemplazado la visión cíclica con la lineal y la regeneración con la “muerte”.
La Diosa es Vida, inmensa infinita y autogeneradora, que no puede morir, solo puede transformarse por sí misma. El concepto de muerte como el final de la vida es un concepto patriarcal equivocado. Las culturas matrifocales no conocen la muerte: la “cultura” de la muerte fue introducida por los guerreros que invadieron y destruyeron las pacíficas comunidades matrifocales en el Neolítico. Reconstruí – continúa Devana – lo que pensé que era la visión antigua en la cultura de la Gran Madre. Aquí está: la vida entra en este plano de existencia a través de la Puerta del Este, con el nacimiento, y sale por la Puerta del Oeste con la muerte. Como en el ciclo solar: el sol ingresa por el Este y sale por el Oeste. La muerte no es lo opuesto a la vida, que no tiene principio ni fin, sino que es la puerta opuesta al nacimiento.
En la Puerta Oeste, la Diosa Buitre (el buitre se alimenta de cadáveres, así como el cuervo y otras aves conectadas enseguida a la “diosa de la guerra”) les da la bienvenida a los seres que dejan el cuerpo en esta dimensión, devolviéndoselo a la tierra donde circulará nuevamente en el ecosistema, y los encamina hacia una nueva entrada en la manifestacion desde la Puerta del Este, después de haber viajado, como el sol, en el hemiciclo oculto (la noche). La Antigua Diosa es, por lo tanto, la guardiana de este proceso de regeneración, ya que las almas pueden volver a encarnar en los nuevos cuerpos producidos por las madres de los clanes, a través de la Puerta Este de la cual la Diosa, en su aspecto de Doncella-Virgen, es la guardiana.
Este es el ciclo infinito de la Vida que las culturas matriarcales conocieron y conocen bien y que la modalidad piramidal patriarcal ha malentendido, corrompido, distorsionado. Creemos en la muerte como momento final de la vida porque nos lo han enseñado. Estamos entrenadas para creer al fin, el lugar de la regeneración.
***
Desde la infancia – cuenta la doctora Marinella Maxia – yo hacia preguntas extrañas. Recuerdo una vez cuando le pregunté a mi abuelo de dónde habían salido esos pequeños gusanos que estaban en el queso. Y él: <de los huevos de una mosca>. Y yo: <pero ¿cómo encontró la mosca el queso en el ático? ¡La abuela siempre mantiene la puerta cerrada!>; y mi abuelo: <entró, punto!!!>.
En el curso de mi vida, la misma pregunta surgió repetidamente en ocasiones similares: ¿De dónde vienen los gusanos y las moscas de la fruta? Y la respuesta que me daban fue siempre la misma: <¡desde el aire, arriba! ¡Todo el mundo lo sabe!>
Esto continuó hasta después de la universidad, cuando me embarqué como médico en los barcos. Allí sucedió algo que aumentó mi curiosidad hasta el punto de comprar un microscopio. No satisfecha con mis estudios anteriores, volví a estudiar y eso fue lo que descubrì.
Durante las horas de navegación yo estaba en la enfermería. Mi cabaña siempre estaba cerrada hasta mi regreso, al final del día. El apetito disminuyó significativamente, de modo que, al no consumir la fruta que había estado en la mesa durante días, se pudrió al esparcir un enjambre de mosquitos a su alrededor.
Eso me habría dejado completamente indiferente si me hubiera encontrado en mi casa o en cualquier otro lugar en tierra firme, pero en el barco, con la ventanilla y la puerta de la cabina cerradas herméticamente, no entendía por dónde podrían haber entrado. ¡Y aquí estaba mi vieja pregunta! Miré dentro de la cáscara de un durazno y encontré gusanos blancuzcos de los cuales, por el momento, no entendía el origen. Decidí repetir el experimento, teniendo cuidado de aislar el soporte de la fruta, por lo que lo aislé con una red tan sútil que evitaba el paso incluso de los mosquitos más pequeños.
Después de cierto período, se repitió el mismo fenómeno, es decir, tanto las moscas de la fruta como los gusanos reaparecieron. Después de aterrizar, me propuse estudiar el fenómeno desde un punto de vista microscópico. Compré un microscopio óptico con la máxima resolución y en casa repetí el mismo experimento, monitoreando esta vez diferentes parámetros, como la temperatura, la humedad y el pH, para poder rastrear el microclima ideal para obtener el desarrollo de la microfauna en el menor tiempo posible. Al observar los elementos en detalle bajo un microscopio, pude notar las primeras etapas de su maduración.
En la pulpa de la fruta hay, en la primera generación, huevos o similares que justifican el origen de los elementos adultos. EN CAMBIO, OBSERVÉ QUE ES A TRAVÉS DEL PROCESO DE MACERACION QUE LA PULPA SE DESCOMPONE EN VESÍCULAS Y DESDE AQUÍ, A TRAVÉS DE PASOS SUCESIVOS, LLEGAMOS A LA ESTRUCTURA DEFINITIVA SIMILAR A UN GUSANO.
Soy consciente de que lo que acabo de decir suena como un insulto a las leyes de la genética, donde la continuación de la especie se le atribuye a la transmisión de material genético que se transfiere de los padres a los hijos. Entonces, cuando se trata de la descendencia, es imposible no pensar en el ADN que se transmite a la descendencia, de modo que cada niño individual es similar al padre.
Parece casi blasfemo afirmar que algunas formas de vida toman un camino completamente diferente. Llevé a cabo el mismo experimento utilizando diferentes materiales, tanto animales -como carne de res, pollo, cerdo – y vegetales – como hojas de césped, plantas ornamentales, algunos tipos de algas. En cualquier caso, siempre obtuve los mismos resultados. A la luz de lo observado, aunque el entrenamiento médico me impone ciertas restricciones, no puedo evitar pensar que existen formas diferentes y quizás más antiguas de crear formas de vida.
¿Cuál podría ser el propósito de un “nacimiento espontáneo” como este? Probablemente deberíamos considerar el tema desde un punto de vista energético, es decir, suponiendo que un elemento sin vida siga reteniendo un potencial energético durante un cierto período. Este campo hertziano significativamente más bajo, junto con una disminución del PH, podría activar (en el material genético todavía presente) algunos genes que codifican diferentes formas de vida en comparación con el material genético de origen: en pocas palabras, un organismo animal nacido de un planta. Genes que permanecen en silencio hasta que se activan solos por el campo hertziano bajo, el pH bajo y otros parámetros relacionados. La tarea de las nuevas formas de vida sería transformar este material, descomponiéndolo en compuestos más simples y más fácilmente asimilables por otras formas de vida.
Este fenómeno satisfaría un problema de “ecosistema”. Pensamos, por ejemplo, en cómo sería la superficie de la tierra si las escorias que se producen continuamente (las de origen natural, por supuesto), no se transformaran constantemente en material reutilizable. Estos se estratificarían en el suelo, por kilómetros de altura, transformándolo en un gigantesco cubo de basura. En cambio, a través de este sistema metabólico que se dispara de forma autónoma, tras la muerte de dichos elementos, es posible reducir el volumen del material acumulado hasta que se elimine gradualmente con el tiempo.
Según mi teoría, el material genético que se transmite, probablemente permanece inactivo antes de la muerte celular, por lo tanto, el organismo que se origina después de la muerte hereda diferentes genes, por lo que es completamente diferente del individuo del que se originó. Pero el hecho más inquietante es aceptar que de un ser sin vida se origina uno absolutamente vital.
Pero intentemos imaginar que, en un programa global contenido en los genes, también existe el proyecto que se refiere a la eliminación de desechos y la recirculación de más material utilizable, en esta perspectiva quizás nos parezca más aceptable. En este punto encaja la vision de Devana sobre la Diosa Buitre que garantiza la regeneracion en las culturas matrifocales.
En el pasado, alguien ya afirmaba la existencia de la llamada “generación espontánea”, pero la tesis pronto fue refutada a favor de las leyes vigentes, según las cuales la vida no puede originarse a partir de una sustancia muerta.
Alrededor de mediados del siglo XVII, el naturalista holandés Antoni van Leeuwenhoek vertiendo agua sobre sustancias como heno, paja, pimienta y todas las especias posibles notó que después de algún tiempo el agua estaba repleta de microorganismos extraños. Los organismos eran tan pequeños y parecían estructurados de una manera tan simple que era fácil suponer que se habían originado de repente a partir de una materia sin vida.
La generación espontánea podría significar que, en algún momento pasado, la vida se formó a partir de materia no viva, capaz de auto-producirse. Pero, ¿qué materia podemos llamar no viviente? Sin embargo, la generación espontánea también puede significar que continuamente, en cada minuto y en cada segundo, la vida se desarrolla a partir de sustancias aparentemente “sin vida”.
El biofísico estadounidense Harold J. Morowitz, en sus estudios sobre la apariencia de la vida, sostiene que en tiempos muy remotos, antes del aumento de la complejidad molecular, ciertas moléculas se ensamblaron dentro de membranas primitivas que espontáneamente habrían dado lugar a burbujas cerradas; por lo tanto, la evolución de la complejidad molecular tuvo lugar dentro de estas burbujas y no en un caldo químico sin ninguna estructura. Después de la muerte, o en condiciones particulares, el tejido pasa de una forma de vida compleja a una más simple. En cuanto al origen de la bacteria, es posible aventurar la siguiente hipótesis: dada su función de demoler las sustancias orgánicas, habiendo comprobado su presencia que está prácticamente en todas partes en el material en descomposición, el origen mismo debería comenzar desde aquí es decir, de la célula del organismo multicelular que se está deteriorando. Supongamos que cada célula al nacer posee un mecanismo intrínseco a los genes mismos, que en el momento de la muerte activa originando un proceso de autodestrucción. Después de la muerte, por lo tanto, realiza la función, que sería opuesta a la de los genes activos durante la vida, es decir, se pondría en marcha una especie de demolición de estructuras celulares. Entonces, un programa de autodestrucción post mortem se escribiría en los genes que garantizarían la eliminación de material inerte que de otro modo se estratificaría en la superficie de la tierra.
Formulé la hipótesis de que todas las formas vivas que operan la transformación y eliminación de desechos, derivan de la materia misma que posteriormente se transforma. Por esta razón, los gusanos de madera se originan de la madera, las polillas de la lana, y en el mundo vegetal muchas hierbas que se llaman espontáneas se originan directamente del suelo y no de la semilla.
Pasteur, convencido de que los microorganismos siempre penetraban desde el exterior, dijo que estos eran la causa principal de las enfermedades y que debían combatirse. De ahí la creación de vacunas según el postulado: “aislar el germen, matarlo, inyectarlo”.
El descubrimiento de gérmenes, como causa de enfermedades infecciosas, se remonta a la segunda mitad del siglo XIX. El italian Agostino Bassi escribió que todas las enfermedades contagiosas son generadas por parásitos, sentando las bases del estudio moderno de microorganismos que luego asumió Pasteur. Después de la terapia de vacuna de suero, fuimos hacia la revolución farmacológica. Hasta ahora, las terapias son reconocidas por el prefijo “anti”: antibióticos, antiinflamatorios, anticancerígenos, antivirales, etc. ¡Como para sanar era necesario “matar” algo! Es una guerra! Se puede ver la visión patriarcal en medicina, que separa, elimina, distruye … La visión femenina no razonaría en estos términos. En todo caso, usaría agregar, reducir, actualizar, etc.
***
Devana es escritora investigadora filosofa y chamana europea. Tiene publicados 21 libros y sigue viajando para descrubrir en todo el planeta huellas de las antiguas culturas femeninas. Practica un chamanismo femenino y creò la Escuela online de la Mujeres ®, un canal youtube que se propone dar voz a las grandes mujeres olvidadas por la historia oficial patriarcal. En 2018 junta con Monad Clemente y un grupo de 40 mujeres abriò en Dourados – Mato Grosso do Sul la Grande Espiral Feminina
Marinella Maxia, responsable científica de La Escuela de las Mujeres®, se graduó en medicina y cirugía en la universidad La Sapienza en Roma y asistió a una especialización de dos años en enfermedades infecciosas. Luego se especializó en homotoxicología y homeopatía y asistió a varios cursos de medicina holística. Es investigadora microbiológica independiente.
Quando sarà crollato il sistema economico patriarcale basato sullo sfruttamento, sull’abuso e sull’arricchimento di pochi a fronte della miseria di molti, allora tornerà l’EkoNomia delle donne, l’ottimizzazione dei talenti e la libera condivisione nell’abbondanza e nella pace. La visione che ebbi quando ero bambina mi accompagna da sempre e ora è venuto il tempo di sapere come sarà la nuova EkoNomia (Devana CC 2020)
Premessa. Nel 2008 uno stregone Rapa Nui, don Benito Alarcon Fuenzalida, al quale chiesi come dovevamo prepararci al 2012 mi rispose che non dovevamo fare nulla. Il corpo – mi disse – sa già cosa fare, il programma è già nelle cellule; bisogna solo evitare di bloccarlo. Questa informazione è contenuta nel mio libro “Il ponte tra i mondi” (Melchisedek ed. 2009, scaricabile gratuitamente da questo sito)
13 marzo 2020. Apparentemente apocalisse. La dott. Marinella Maxia riceve e mi trasmette la seguente informazione: <Ritengo possibile che questo virus detto covid19 sia già dentro di noi e che di per sé, come moltissimi altri microrganismi che ospitiamo nel nostro corpo, sia neutro, cioè né buono né cattivo. Il fatto che le persone manifestino i sintomi, dipende dal substrato che il virus stesso incontra, sia a livello fisico che di atteggiamento interiore. Mi spiego meglio: il virus, come tutti gli altri che lo hanno preceduto non è vitale, nel senso che non sopravvive senza il supporto della cellula. Senza questa non può replicarsi. La funzione del virus è quella di fare crescere in esperienza il sistema immunitario. Lo vedevamo nei bambini, prima dell’avvento dei vaccini. Il sistema immunitario poi è connesso al sistema nervoso , a quello ormonale ecc. Cioè dialoga con tutto il corpo! Perciò questo virus ha un lavoro da compiere e questo lavoro è positivo: come una spugna lui cancella vecchi programmi e ne crea di nuovi, più utili al sistema. È probabile che lui lavori per noi. È un virus dell’ età adulta, serve a rimettere a posto i vecchi sistemi, per così dire. Ha molte facce, cambia di continuo, perché il lavoro che deve fare è grande, diciamo che deve resettare e ricablare più cose contemporaneamente. E in moltissimi agisce in assoluto silenzio. In senso esoterico potrei definirlo un’ alchimia ” forzata” verso la trasformazione spirituale>.
14 marzo 2020. In fase di dormiveglia “ricevo” queste
informazioni. Il covid19 serve per far passare il nostro organismo da base
carbonio a base silicio come profetizzato. Una volta completato il processo non
avremo più bisogno di mangiare per produrre energia, perché la temperatura del
nostro corpo sarà più bassa e non avremo più bisogno di produrre energia col
processo di combustione della digestione. Siccome il nostro corpo diventa più
freddo avremo bisogno di un pianeta più caldo ed è per questo che la
temperatura della Terra si alza. Inoltre quando le nostre cellule saranno a
base silicio potremo connetterci direttamente a tutte le informazioni in rete,
caricare e scaricare col pensiero senza bisogno di usare il computer come
intermediario (il silicio è la componente base del computer). I metalli pesanti
scoperti nei vaccini potrebbero interferire con questa transizione da carbonio
a silicio. Dobbiamo resistere fino a che il processo di trasmutazione, che è
doloroso sia fisicamente che emozionalmente, sarà completato. A quel punto
tutte le nostre percezioni sensoriali saranno differenti da quelle attuali. I
codoni del dna che sono stati soppressi per mantenere la razza umana asservita,
saranno di nuovo attivi e così pure tutte le altre funzioni sottoutilizzate.
Avremo nuovamente il 100% delle nostre potenzialità a disposizione.