Avete mai pensato che le fiabe raccontateci da bambine/i siano state veri e propri lavaggi del cervello e programmazioni subliminali al conflitto tra donne, all’odio e alla paura per le donne anziane? Vi dimostro come. Nella nostra tradizione occidentale la maggior parte delle fiabe, sicuramente le più note e raccontate, parlano di una fanciulla la cui “vera” mamma muore giovane lasciandola sola in balia di una matrigna/strega spesso dotata di poteri magici e, in alcuni casi, di una o più sorellastre il cui unico scopo è “far del male” alla fanciulla in questione (si pensi a Cenerentola, Biancaneve, La fata Piumetta, I tre nanetti del bosco, I cigni selvatici, La piccola guardiana d’oche …..).  Le fiabe in cui poi la fanciulla è presa di mira da una “strega vera e propria” sono numerosissime (La bella addormentata, Raperonzolo, ancora Biancaneve…..).

Proviamo a leggere il messaggio al di là delle apparenze.  Le fiabe nacquero per essere racconti iniziatici atti ad istruire e guidare adolescenti e adulti nei riti di passaggio, E NON COME INTRATTENIMENTO!!!! Qual è il messaggio che, dopo essere state manipolate nei millenni, le fiabe più note oggi ci riportano? Ecco cosa credo: la “vera mamma” che muore giovane nasconde la Dea Madre di cui siamo state private nel passaggio dalle società matrifocali dell’Antica Europa alle società patriarcali importate con la guerra e la distruzione da parte dei popoli guerrieri indoeuropei. La vera mamma, bella e amorevole, viene sostituita da una fredda imitazione, la matrigna/strega malvagia appunto, una figura femminile che non solo non ci protegge né ci ama, ma spesso attenta alla nostra vita (ciascuna è libera di dare a questa “matrigna” il volto che vuole: c’è solo l’imbarazzo della scelta). Ed ecco come viene creato l’orizzonte di attesa, il sistema di credenze che guida le nostre azioni in ogni momento.

Nelle fiabe la matrigna, anziché gioire della bellezza della figlia, prova invidia e gelosia nei suoi confronti e tenta in tutti i modi di umiliarla fino a distruggerla. Così, raccontandoci le fiabe, genitori, nonne o maestre hanno inculcato in noi l’aspettativa di una donna anziana cattiva che ci farà del male o di “sorellastre”, che anziché camminare insieme a noi amorevolmente useranno ogni loro potere per  ostacolarci e danneggiarci. In questo modo si pone a livello subliminale nelle bambine la programmazione al conflitto tra donne. Ed esse cominceranno ad aspettarsi dalle altre donne cattiverie e gelosie sia in casa che fuori. Anziché prepararci con fiabe iniziatiche a coltivare la solidarietà tra noi donne, a vedere la nostra reciproca bellezza e a onorarla, a sostenerci nelle difficoltà e a considerare le anziane sagge fonti di consiglio e aiuto e Sacre Figlie della Dea, le fiabe sono per noi la palestra del litigio, della competizione, della disarmonia, del tradimento, del pericolo e della morte. Biancaneve è diventata ora anche un gioco interattivo scaricabile sui cellulari, giusto perché così non può scappare più nessuno al lavaggio del cervello.

Credo che le fiabe vadano riscritte tutte, da donne volonterose che non siano al soldo del potere patriarcale  come i Grimm o Perrault o Andersen. Da donne che rimettano a posto questi personaggi femminili e li ricollochino in una dimensione di dignità, positività e solidarietà (forse lo farò io!!!)

Alla mela della discordia, che da Eva ad Elena di Troia a Biancaneve è stata l’emblema del conflitto e del tradimento, va sostituita la MELA DELL’ALLEANZA, offerta da sorella a sorella, da nonna a madre a figlia a nipote, per ricostruire il patto tra le Donne e la Dea, consapevoli anche che proprio la mela, tra tutti, è il frutto più ricco di sostanze medicamentose e nutrienti, come recita il famoso detto “una mela al giorno leva il medico di torno”.

ascolta la versione audioletta per me da Stea qua

Testo CC Devana 2016

Disegno di Manuela Biave